Malattie da stress? La causa è profonda, curare il sintomo non basta

Malattie da stress? La causa è profonda, curare il sintomo non basta

Quotidianamente vediamo pazienti che lamentano disturbi organici (gastriti, coliti, disturbi della pelle, emicranie, tensioni muscolari..) o disagi psichici (insonnia, ansia, insicurezza, paure, depressione…), angosciati ed impotenti di fronte ad una diagnosi che vede la causa nello Stress. Quando un disagio si trasforma in malattia, l’approccio terapeutico diventa spesso e legittimamente anche farmacologico, ma possiamo evitare che i disagi si trasformino in malattia ? Abbiamo strumenti interiori capaci di far fronte ai cambiamenti senza arrivare a “pagarne” un prezzo fisico? Abbiamo strumenti interiori capaci di sorreggerci e sostenerci anche nei momenti più difficili quando una scelta di cambiamento viene vissuta tanto impossibile quanto necessaria? Il tempo in cui si resta in dinamiche di sofferenza e conflitti interiori, gioca un ruolo importante nell’abbassamento delle difese immunitarie: premessa per eventuali e future somatizzazioni. In tutto ciò l’elemento più interessante è che la modalità di reazione allo stress è un fatto personale e che ciascuno reagisce, risolve o subisce gli eventi esterni secondo un proprio livello di equilibrio interiore, psichico. Questo equilibrio può essere modificato? Lavorare su noi stessi in profondità , confrontarsi coi propri vissuti traumatici, raggiungere una maggiore consapevolezza di chi siamo e delle ragioni per le quali funzioniamo in un certo modo, reagiamo in un certo modo, abbiamo una soglia di sensibilità maggiore o minore, raccogliamo successi o fallimenti , potrebbe essere un valido aiuto nella gestione delle situazioni stressanti e nella prevenzione delle malattie?

Stare bene al mondo, raggiungere un buon livello di benessere, è prima di tutto un impegno personale ,un lavoro che parte da se stessi , dalla conoscenza profonda di chi siamo e del perché sentiamo certe emozioni e non altre o reagiamo in certi specifici modi o proviamo dolore per alcune situazioni e non altre. Stare bene al mondo è il risultato di un lavoro su se stessi, di una consapevolezza di sé che diventa la bussola per orientare scelte e soluzioni, per muoversi nella Vita equilibrando in modo funzionale sia l’adattamento che il cambiamento personale. Stare bene con se stessi, in relazione con gli altri, in armonia con l’ambiente che ci circonda, è il risultato di un percorso che parte da lontano e finisce nel qui ed ora del momento in cui accettiamo di essere ciò che siamo, ciò che non potremo mai essere ,ciò che ancora potremo divenire. Combattere lo stress cattivo, ovvero la tensione negativa, la pressione protratta nel tempo, si può, se smettiamo di combattere contro noi stessi, se impariamo ad accogliere ed integrare in noi anche quegli aspetti che l’ambiente rifiuta di noi o non capisce. Combattere lo stress si può quando accettiamo di non poter cambiare gli altri, quando accettiamo di lasciar andare ciò che ci ferisce e mina la nostra autostima. Non essere umiliati o giudicati , dipende da noi, dal nostro livello di autonomia, da quanto possiamo accettare di rinunciare all’approvazione altrui. Combattere lo stress si può quando comprendiamo l’origine di quel bisogno di piacere agli altri, di quel desiderio di essere accettati o ri-conosciuti che tanto rischia di comprimere la nostra vera identità, il nostro entusiasmo e la nostra creatività a vantaggio di un consenso omologante. Combattere lo stress si può quando si rallenta, quando ci si ferma a capire quale parte di noi, critica ed esigente, non ci permette di interrompere quella catena di impegni e doveri che trascina verso una frenesia senza sosta di un’ attività finalizzata più a riempire vuoti che a realizzare obiettivi. Fare per non sentire. Conoscere se stessi e come funzioniamo ,conoscere i nostri tratti caratteriali e come si sono formati, la nostra identità, la nostra individualità , diventa il primo passo per non sollecitare ,ovvero stressare il nostro corpo, per ritrovare un equilibrio tra le nostre aspettative e ciò che, sul piano di realtà, possiamo ottenere. Conoscere noi stessi per combattere lo stress, per capire come evitare di “fissarci” su situazioni o idee che possono solo sollecitare una sovra produzione di noradrenalina, conoscere noi stessi per capire cosa desideriamo e come fare per ottenerlo andando ad accogliere le emozioni più profonde, per lavorare sulle nostre paure, sulla rabbia e sul dolore del passato, per recuperare la gioia di essere dove siamo e permettere alla serotonina e alla dopamina ( molecole del benessere) di sostenerci nel nostro quotidiano.

La traduzione letterale del termine stress, è: sollecitazione, tensione, sforzo.
Oggi sappiamo che può alterare il nostro sistema corpo a tutti i livelli perché ogni situazione che noi avvertiamo come disagio , transita da tutti i sistemi vitali ( snc ,sistema immunitario, sistema endocrino, sistema enterico..) ed interagisce generando a sua volte risposte da questi stessi, più o meno utili al benessere personale.
Per combattere gli effetti dannosi dello stress dovremmo partire dal comprendere come siamo fatti psicologicamente, come poter modificare la nostra soglia di disagio, come e quali eventi ci hanno portato a credere di essere ciò che siamo e a reagire/ sentire ciò che sentiamo. Non “nasciamo così e così siamo”, noi possiamo cambiare/ed essere cambiati in ogni momento della nostra vita e da molteplici fattori ( relazioni, cibo, clima…), pertanto diventa urgente imparare prima a conoscere noi stessi e cominciare ad individuarci, per poi trovare una forma di adattamento appagante e non stressante.

Quando viviamo un momento di tensione permanente, di sforzo costante senza pausa, di ostinata sollecitazione ambientale o relazionale nella quale ci troviamo imprigionati senza intravvedere soluzioni, oppure siamo consapevoli che le soluzioni potrebbero non dipendere solo da noi e iniziamo ad intraprendere battaglie contro qualche elemento esterno ( moglie/marito, genitori, figli ,fratelli ,lavoro etc..) nel vano tentativo di cambiare gli altri,, affatichiamo tutto il nostro “ sistema corpo” che risolve l’accumulo di tensione “scaricandosi” in una malattia più o meno grave, fisica o psichica. La malattia diventa la soluzione ad una ostinazione inconscia ,ad un malessere psichico non ascoltato, sposta l’attenzione al corpo, il nostro disagio diventa ora un problema fisico che passa al medico curante. Forse partire dal guardarsi dentro, da un buon percorso di psicoterapia ad orientamento analitico quando si sta ancora fisicamente benino ,per rendere il nostro modo di vita funzionale ed appagante, per ritrovare gioia ed appagamento in ciò che si ha e godere di ciò che si è, potrebbe essere l’alternativa per guardare alla vita in modo diverso e vivere meno stressati. Guardarsi dentro, aprirsi al nuovo, sperimentare approcci diversi all’esistenza con un lavoro psicoterapeutico che metta in luce il vantaggio di cambiare qualcosa dentro di noi per stare meglio, è la prima grande forma di prevenzione contro gli effetti di uno stress generalizzato e contagiante, un malessere che non trova nome se non quando è diventato malattia conclamata .Se stai bene dentro te stesso , se sei soddisfatto e in armonia col tuo ambiente, oltre ad essere più capace di gestire i dolorosi imprevisti della vita, sarai in grado di contagiare positivamente il mondo circostante. Una persona RISOLTA, limita i conflitti e genera relazioni serene, che generano famiglie serene che generano figli sereni, società più sane… Non serve a molto? Se lo fai solo tu, servirà a te stesso… ma se lo facessero tutti? Il desino dell’umanità è in mano a ciascuno di noi ,dovremmo diventare più responsabili verso noi stessi per contagiare chi entra in contatto con noi. Gli eroi non bastano, è un lavoro d’insieme, capillare, ma che parte dal personale.